Occorre più collaborazione tra pediatri e neurologhi
SALUTE MENTALE NELL'ETA' EVOLUTIVA
Investire in
servizi e programmi di salute mentale a livello nazionale, mettere in
atto strategie di prevenzione e di diagnosi precoce, garantire una
continuità di cura tra i 15 e i 24 anni con la partecipazione di
specialisti multidisciplinari e una comunicazione efficace con le
famiglie: sono alcune delle necessità emerse dal Convegno “Dall’età
evolutiva all’età adulta: transizione e tutela della salute
mentale e presa in carico dei giovani pazienti”, organizzato da
Fondazione Onda ETS e alcune Società di neuro-psico-farmacologia,
con il patrocinio della Società italiana di pediatria e il sostegno
volontario di Otsuka Italia.
«Molti
giovani vivono un periodo di grande disagio, complice anche la
pandemia. Se da un lato è fondamentale che i genitori siano
informati ed esprimano a gran voce la loro preoccupazione, dall’altro
si deve garantire che il servizio di presa in carico di questi
adolescenti sia efficiente”: è la raccomandazione di Francesca
Merzagora, Presidente della Fondazione Onda ETS.
Da un'
indagine dell'Organizzazione Mondiale della Sanità risulta che i
disturbi del neurosviluppo sono manifestazioni frequenti nell’età
evolutiva (20 per cento dei minorenni) con punte ancora più alte nel
comportamento alimentare, già all'età di 8 anni. Situazioni
peggiorate inevitabilmente durante e dopo la pandemia da Covid-19.
Negli ultimi
quattro anni si è registrato un aumento del 28 per cento dei
disturbi mentali a seguito di una condizione globale di incertezza
legata alla pandemia, ma anche al cambiamento climatico e alle
guerre.
In questo
scenario, l’Italia è purtroppo agli ultimi posti in Europa in
materia di fondi dedicati alla salute mentale. La spesa per la salute
psichiatrica è ferma da anni al 3 per cento, rispetto al 10 e al 12
per cento rispettivamente della Francia e della Germania.
Secondo
quanto emerge dal Libro bianco dell’assistenza pediatrica in
Italia, sono oltre 100 mila i minori che ogni anno vengono assistiti
in reparti non pediatrici. Pochissimi i posti disponibili: solo il 30
per cento dei ricoveri per disturbi neuropsichiatrici in età
evolutiva avviene in reparti pediatrici, il 10 per cento dei ricoveri
avviene per necessità in reparti psichiatrici per adulti,
collocazione assolutamente inappropriata.
È in questo
contesto che si inserisce l’impegno di Fondazione Onda ETS e di
alcune società scientifiche, per migliorare la presa in carico di
questi giovani.
E' la
raccomandazione anche del professor Claudio Mencacci, co-presidente
della Società italiana di neuro-psico-farmacologia: «Al primo posto
per le patologie mentali in età pediatrica e adolescenziale figurano
le strategie di prevenzione, screening e diagnosi precoce, occorre
poi garantire nel passaggio dai 15 ai 24 anni una continuità di
cura, in collaborazione con il pediatra e il medico di medicina
generale, una comunicazione efficace con la famiglia del paziente. Un
Paese che non investe sulla salute mentale dei giovani non è in
grado di crescere nel futuro».
Giancarlo
Sansoni