Dopo alcune modificazioni genetiche
VARIETA' DI RISO PIU' SALUTARI
ADATTE ANCHE PER I DIABETICI
Si è concluso uno studio, del tutto nuovo nel suo genere, su alcune varietà di riso italiane tra le più comuni in commercio, studio voluto dall'Ente Nazionale Risi e svolto dall’Università di Pavia in collaborazione con il Politecnico di Torino.
Alla ricerca ha partecipato un gruppo di volontari sani, che si sono sottoposti per alcuni giorni al controllo della glicemia dopo un regime dietetico a base di questi risi geneticamente modificati.
Particolare curioso, si è visto che la quantità di glucidi dipende dalla conformazione del chicco ed è su questa caratteristica che si è intervenuti.
E' risaputo che la 'salute' del chicco di riso dipende da diversi fattori, primo fra tutti il sistema di irrigazione delle risaie, una rete complessa dove l’acqua non viene sprecata ma riutilizzata, in linea con quelle che sono le richieste dell’Organizzazione Mondiale della Sanità , soprattutto dopo l’emergenza idrica.
Per la prima volta si è calcolato che le nostre varietà di riso hanno un indice glicemico variante da 49 a 92 (media 66,8), in linea con altri cereali. In particolare, due varietà, Selenio e Argo, hanno un indice glicemico rispettivamente di 49.2 e 50.5, valori molto bassi se paragonati al 70 del pane bianco e al 100 dello zucchero.
Scoperta inattesa che da la possibilità di correggere il programma nutrizionale anche di chi soffre di obesità, condizione purtroppo di pre-diabete.
«Il riso è un prodotto sano e indicato per tutti i consumatori - fa presente Paolo Carrà, Presidente dell'Ente Nazionale Risi - questa ricerca ha così dimostrato che alcune varietà possano rientrare in una dieta con carico glicemico idoneo, anche per coloro che presentano una patologia iperglicemica».
Secondo la professoressa Mariangela Rondanelli dell’Università di Pavia: “Le due varietà, Selenio e Argo, sono adatte a soggetti sia con diabete conclamato, sia con uno stato di glicemia a digiuno alterato, condizione che predispone alla malattia diabetica. La variante Carnaroli, ampiamente diffusa, presenta un indice glicemico medio».
«Le più moderne tecniche agronomiche - conclude il presidente Paolo Carrà - ci permettono di coltivare in Italia il riso nel massimo rispetto dell’ambiente, le nostre risaie sono come una grossa spugna che rilascia lentamente a valle l’acqua».
“Oggi siamo in grado di studiare la struttura interna del granello di ogni varietà di riso, legata a fattori genetici ereditabili - conclude Francesco Savorani del Politecnico di Torino - Le analisi al microscopio hanno evidenziato che la disposizione dei granuli di amido e le loro caratteristiche morfologiche (forma, dimensione e compattezza) creano degli spazi vuoti nel chicco e che il rapporto tra questi e il volume occupato è differente da una varietà all’altra. Ed è proprio questo rapporto, chiamato porosità, a determinare la predisposizione del riso, durante la cottura, ad assorbire acqua e condimenti, quindi a rendere la preparazione finale di questo alimento non solo più gustoso ma anche nutriente».
Giancarlo Sansoni