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Un Libro Bianco per tenere informata la popolazione
HIV, L'EPIDEMIA CONTINUA



All’evento “HIV, dalle parole alle azioni, tutti insieme per porre fine all'epidemia”, tenutosi di recente a Roma in coincidenza della Giornata mondiale dell'AIDS (1° dicembre), hanno partecipato  i rappresentanti della Comunità scientifica, delle Associazioni di persone che vivono con l'HIV (Plus) e di Enti del Terzo settore non-profit.
Per l'occasione è stato presentato “HIV. Le parole per tornare a parlarne”, un Libro Bianco che parte da quattro punti chiave - prevenzione, stigma, checkpoint e qualità di vita - per riportare il discorso all'attenzione del pubblico.
Dalla lettura del Libro Bianco si scopre che c'e ancora tanta confusione su come si trasmette la malattia: il 14,5% degli italiani pensa che per ammalarsi sia sufficiente baciare una persona infetta, l’11,8% usare lo stesso bagno, il 16,6% essere punti da un insetto. Questa scarsa conoscenza dell'AIDS porta inevitabilente a sottovalutarne il pericolo. Solo il 29,3% di quanti sono a rischio fa un test di controllo.
Il quadro emerge da un’indagine demoscopica realizzata da AstraRicerche per Gilead Sciences su un campione di 1.500 persone, uomini e donne, fra i 18 e i 70 anni di età.
I dati sull'infezione diagnosticata in Italia nel 2023 (oltre 2mila casi, secondo l’Istituto Superiore di Sanità) ci indicano quanto sia  importante tornare a parlare di prevenzione. Per di più, il 60% di queste nuove diagnosi risulta tardiva, cioè di persone che scoprono di avere l'Aids quando le condizioni di salute sono ormai compromesse.
Si stima che in Italia ci siano più di 10mila soggetti che non sanno di avere nel sangue il virus - dichiara Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico all' Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma - di conseguenza per far emergere questo sommerso e bloccare la catena dei contagi, dobbiamo lavorare con tutti gli strumenti di prevenzione a nostra disposizione: il test dell’HIV, il profilattico negli incontri sessuali occasionali, la  profilassi farmacologica e moltiplicare i checkpoint con tutte le risorse necessarie”.
Il checkpoint è un vero e proprio avamposto della prevenzione, una postazione privilegiata per arrivare alle persone che ne hanno bisogno. Il lavoro di ascolto e di informazione che viene fatto in questi luoghi di incontro ribalta le prospettive: il nostro obiettivo non è solo quello di combattere la malattia, ma anche di consentire alle persone con HIV di vivere la loro sessualità in maniera consapevole e allo stesso tempo di ridurre la diffusione del virus”: fa presente Filippo Leserri, presidente della Plus di Roma.
La scarsa conoscenza dell’HIV da parte degli italiani fa sì che sia anche poca la consapevolezza delle difficoltà che le persone che convivono con il virus devono affrontare ogni giorno, sia dal punto di vista dello stato di salute sia da quello della vita sociale. Una diagnosi tempestiva e l’aderenza alle terapie consentono invece alle persone con HIV di avere una qualità di vita simile a quella di chi non ha il virus. Un risultato impensabile fino a qualche decennio fa.
«Per questi pazienti l’informazione terapeutica è essenziale - avverte Andrea Gori, docente di Malattie infettive all’Università di Milano - poichè è sufficiente una compressa al giorno per tenere sotto controllo l'HIV, ma basta smettere di prenderla per una settimana e il virus torna a replicarsi. Le infezioni nei giovani sono dovute proprio ad una mancanza d'informazione e quelle tardive avvengono perché molti pensano di essere immuni”.
E' nostro impegno costruire in futuro un mondo libero dall’HIV - dichiara Frederico Da Silva, general manager di Gilead Sciences in Italia - anche se oggi questa epidemia sembra dimenticata ed è per questo che riteniamo importante collaborare con la comunità scientifica, le associazioni e le istituzioni tutte, per tornare a parlarne. E non basta, dobbiamo farlo con un linguaggio rinnovato se vogliamo raggiungere l’obiettivo delle Nazioni Unite di porre definitivamente fine all' infezione in tutto il mondo”.
La campagna “HIV. Ne parliamo?” è partita a novembre 2023 per riportare l’attenzione su quegli aspetti nella vita delle persone con HIV che possono essere migliorati, dai risvolti psicologici alle relazioni con il prossimo, insistendo su una corretta assunzione della terapia. Valendosi delle testimonianze di chi già vive con l'HIV, la campagna ci  offre spunti di riflessione e informazioni molto utili. Il Libro Bianco può essere letto su questo link: https://issuu.com/oprg/docs/libro_bianco-le_parole-per-tornare-a-parlarne
Giancarlo Sansoni


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