In
Italia ne soffre un milione e mezzo di anziani
VECCHIAIA
IN SALUTE E DECLINO COGNITIVO
Presentato a
Roma, in occasione di un convegno svoltosi alla Regione Lazio, il
volume "Vecchiaia e salute cognitiva: un impegno umano, clinico
e sociale", pubblicazione curata da Marco Trabucchi ed edita da
Il Mulino.
L’evento,
organizzato da Apertamente, in collaborazione con la Fondazione
Longevitas e con il contributo volontario di Biodemia, è stato una
valida occasione per riflettere sui temi della salute cognitiva e sui
fattori, soprattutto psico-sociali, che concorrono a determinarla.
Per declino
cognitivo s'intende una progressiva perdita dell’autonomia
cerebrale, che va dal calo di memoria a una riduzione delle funzioni
intellettive, quali la capacità progettuale e i contatti con gli
altri, per arrivare a una demenza conclamata e grave, alla perdita di
autonomia motoria, a non riconoscere più se stessi e gli altri.
Di demenza
certa, ma sempre difficile da diagnosticare, in Italia soffrono da un
milione a un milione e mezzo di persone, con molti casi ancora da
diagnosticare. Più di quattro milioni i rispettivi familiari che ne
provano le conseguenze.
«L’invecchiamento
della popolazione è un fenomeno da qualche anno inarrestabile in
tutta Europa e anche nel nostro Paese - scrive nel suo libro il
professor Marco Trabucchi, past president dell'Associazione italiana
di psicogeriatria - In questo scenario è fondamentale l’impegno
comune, sul piano clinico e sociale, per governare il sistema in modo
che non pesi sul singolo, ma anche sul nucleo familiare e di
conseguenza sulla collettività”.
Grazie ai
continui progressi della medicina, gli anziani vivono oggi molto
meglio degli anziani del secolo scorso e anche rispetto al declino
cognitivo, il rischio genetico può essere ampiamente controllato con
una serie di interventi clinico-culturali.
Prendendo in
esame alcuni fattori che possono rendere la vita dell’anziano più
difficile rispetto alle funzioni cognitive.
Il libro
del professor Trabucchi illustra come prevenirli in maniera efficace.
Per vincere la solitudine, può essere di grande aiuto la vicinanza
di un animale domestico, un cane o un gatto, da accudire.
Determinanti
nello stile di vita, l’attività fisica e l’alimentazione.
Pericolosa la sarcopenia, cioè la riduzione volumetrica dei muscoli
e della loro forza.
Tra le
malattie che possono maggiormente influire sulla comparsa del declino
cognitivo figurano quelle cardiovascolari, il diabete, la
broncopneumopatia cronica.
A questi
fattori clinici se ne aggiungono altri, quali le condizioni
socio-economiche (in particolare la povertà) e il contesto urbano.
«Il declino
cognitivo dipende molto dalle condizioni di un invecchiamento in
salute - fa presente in un capitolo del libro Eleonora Selvi,
presidente della Fondazione Longevitas - È un insieme complesso, che
va governato in modo coordinato.
Tutto questo
ci richiama a un’idea di invecchiamento in salute, un insieme di
pratiche per promuovere una 'terza' e una 'quarta' età, da
contrastare a tutti quei pregiudizi nei confronti degli anziani, noti
come ‘ageismo’, che ne limitano il ruolo politico-sociale e il
loro contributo alla comunità”.
Giancarlo
Sansoni