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Con uno strumento digitale 'intelligente'
INSULINA SOTTO CONTROLLO
NELLA CURA DEL DIABETE

Un costante controllo terapeutico è determinante nella gestione del diabete, condizione cronica che colpisce più di 4 milioni di italiani (quasi il 7% della popolazione totale).
Da recenti studi in diversi Paesi europei risulta che 1 paziente su 2 con diabete di tipo 2 (in Italia sono 800 mila) presenta scarsa aderenza alla cura con insulina e dopo 18 mesi 1 su 3 interrompe il trattamento.
Non seguire correttamente le terapie prescritte comporta nel tempo gravi conseguenze per questi pazienti e anche per i bilanci dei rispettivi sistemi sanitari.
Motivi più che validi perchè Novo Nordisk, orientata da sempre verso una continua innovazione, si sia impegnata  nella ricerca di una soluzione tecnologica: Mallya è uno 'smart cap' con marchio CE, presto disponibile anche in Italia,  che aiuta il paziente diabetico a monitorare e tenere conto delle dosi di insulina somministrate.
Un 'iniettore intelligente' che consente anche di comunicare per via digitale con il medico curante - fa notare Paolo Di Bartolo, direttore della Rete clinica di diabetologia  AUSL della Romagna - riducendo la necessità per il paziente di recarsi di persona negli ambulatori e offrendo in tal modo una nuova prospettiva nella cura del diabete”.
Un diabete non curato si accompagna sempre a una serie di gravi complicanze - prosegue Dario Pitocco, docente di endocrinologia all'Università Cattolica Sacro Cuore di Roma - quali insufficienza renale, problemi cardio-circolatori, infarto, ictus, retinopatia fino alla cecità, complicanze che gravano sul Sistema sanitario nazionale con un 10% circa di spese per ospedalizzazione, oltre ai costi indiretti per la perdita di giorni di lavoro”.
Nei casi di diabete, la 'digital health' può assicurare la prevenzione già nella fase pre-clinica - concordano Paolo Fiorina, docente di endocrinologia all'Università di Milano ed Enrica Invernizzi dell'Ospedale Sacco - i tool digitali aiutano infatti a mantenere abitudini sane, come l’attività fisica, il controllo del peso e una corretta alimentazione. Nei casi invece in cui il diabete è già presente, le tecnologie digitali diventano ancora più utili, eliminando il rischio di iniezioni di insulina dimenticate e offrendo la possibilità di trasferire i dati su una piattaforma consultabile dal team diabetologico per una terapia sempre più personalizzata”.
Investire in questi strumenti si traduce anche in convenienza economica per il Sistema sanitario nazionale: una persona con la diabete ben compensata costa 3.000 euro l’anno, mentre una persona scompensata arriva a 6/7.000 euro e in caso di complicanze fino a 35.000 euro. Il 53% dei costi del diabete è legato alle ospedalizzazioni e alle visite di urgenza nei pronto soccorso.
«Lo smart cap rappresenta una svolta per una vasta fascia di diabetici che finora utilizzavano terapie tradizionali, rimaste invariate per oltre 40 anni - ricorda Luigi Laviola, docente di endocrinologia all' Università Aldo Moro di Bari - con questo dispositivo intelligente invece si facilitano le cure per molte persone con diabete, offrendo flessibilità nell’adattarsi alle diverse terapie e nella gestione dell’insulina basale, cioè in giusta quantità».
Il diabete mellito (DM) di tipo 1 è una patologia cronica caratterizzata da alti livelli di zuccheri nel sangue (iperglicemia) a causa di un'alterata quantità di insulina in circolo, ormone che regola l'utilizzo del glucosio da parte delle cellule.
Non curata, la malattia aumenta con l’avanzare dell’età (dall' 1,0% nelle persone sotto i 44 anni, fino al 18,7% negli anziani). Si controlla con l'alimentazione, il movimento fisico e una vita regolare. Si cura con gli ipoglicemizzanti e solo nei casi più gravi (20 %) si fa ricorso a iniezioni di insulina basale.
Il diabete di tipo 2 è una patologia in cui il sistema immunitario distrugge le cellule beta del pancreas, responsabili della produzione di insulina. Esordisce già nei bambini e negli adolescenti, molto probabilmente per una predisposizione genetica. Necessità di iniezioni continue di insulina dal momento della diagnosi. Un mancato controllo glicemico riduce l’aspettativa di vita di 7-8 anni.
«Come rappresentante delle associazioni dei pazienti con diabete, accolgo con favore l’arrivo di uno strumento 'intelligente’ che potrà facilitare la gestione della terapia insulinica nelle persone con diabete di tipo 2 e nei loro caregiver”: conclude Elena Frattolin, membro direttivo di Diabete Italia.
Giancarlo Sansoni

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